Resina su vecchi pavimenti - Sivit
Per la buona riuscita di un progetto che prevede la stesura di formulati resinosi occorre valutare innanzitutto due importanti fattori:
il SUPPORTO con le sue caratteristiche
le CONDIZIONI DI ESERCIZIO a cui il rivestimento dovrà operare
I supporti che si incontrano più frequentemente sono a base cementizia e possono avere come base:
Le caratteristiche del supporto che contribuiscono a definire il comportamento finale di una pavimentazione in resina sono:
qualità intrinseche come l’età, la resistenza meccanica, il modulo elastico, la coesione;
compatibilità con il rivestimento;
coefficiente di dilatazione termica;
struttura interna (presenza di vuoti, capillarità, ecc);
stato della superficie;
planarità;
umidità al momento della posa e in servizio;
temperatura del supporto.
Le qualità intrinseche del supporto sono caratteristiche fondamentali da prendere in considerazione. Occorre tenere ben presente che il rivestimento resinoso, non essendo autoportante, deve poter contare su un supporto sufficientemente rigido, privo di fessure (soprattutto quelle in fase di evoluzione) e stabile.
Le caratteristiche qualitative minime di un supporto in calcestruzzo, adeguato all’applicazione di rivestimenti resinosi, sono:
Il rivestimento, in funzione dello spessore, si comporta come una piastra di ripartizione dei carichi, riportando tali valori in forma ridotta e distribuita all’interfaccia di adesione.
In questo grafico viene riportata la distribuzione sul supporto di un carico puntuale gravante sul rivestimento: si noti come all’aumentare dello spessore del rivestimento aumenti la superficie del supporto su cui viene distribuito il carico e quindi diminuisca di conseguenza il carico per unità di superficie. Distribuendo il carico diminuiscono le forze di trazione che interagiscono all’interfaccia rivestimento/supporto, diminuendo così i rischi di strappo.
La coesione del supporto non deve essere inferiore a 1,5 MPa in modo da garantire una buona aderenza tra i due strati (supporto/pavimento in resina).
Occorre considerare che, a causa dell’alcalinità dei supporti a matrice cementizia, alcune tipologie di resina possono subire problemi di saponificazione, sia in fase di applicazione che indurimento.
I supporti vecchi, invece, possono essere inquinati da prodotti chimici, anche in profondità, a ciò può seguire un’aggressione al supporto o al rivestimento posato, a breve come a lungo termine, che potrebbe comportare il degrado del supporto e il distacco del rivestimento.
In pratica, nella scelta del rivestimento o, se possibile, in fase progettuale, nella scelta del supporto, si deve tenere conto delle caratteristiche di compatibilità tra supporto e rivestimento per ottenere le prestazioni attese dalla pavimentazione.
Il grado di umidità presente sul supporto può derivare da una condizione ambientale non idonea, dall’acqua contenuta nel calcestruzzo (supporti non stagionati) o dalle risalite capillari di umidità dal sottofondo.
Queste ultime derivano in gran parte dal contatto supporto/terreno e possono generarsi sia in fase di applicazione che esercizio.
In presenza di umidità, quando si applicano pavimentazioni in resina altamente impermeabili, si può innescare, all’interfaccia rivestimento/supporto, un fenomeno fisico osmotico che comporta il rigonfiamento del rivestimento resinoso (blistering)
La verifica del grado di umidità del supporto può essere effettuata mediante igrometro al carburo. L’umidità del supporto deve essere inferiore al 4%.
Esistono in commercio igrometri che misurano per contatto mediante specifiche sonde a ultrasuoni (TRAMEX).
Igrometro al carburo
Igrometro a ultrasuoni
In cantiere è possibile eseguire anche una prova pratica che consente di valutare, in modo semplice e rappresentativo, se il supporto si trova nelle condizioni di umidità corrette per la stesura della pavimentazione:
in zona con possibilità di scambio termico per irraggiamento solar (vicino ad esempio a finestre) si stende un foglio di polietilene di 1 m2 di superficie;
in incollano i bordi mediante nastro;
si controllano se si formano fenomeni di condensa interna.
SIVIT, in gamma di produzione, ha due primer specifici per la gestione dei fondi umidi.
ECOFONDO: fondo epossidico tricomponente per fondi umidi per cicli traspiranti.
Approfondisci consultando la scheda tecnica
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ECOFONDO PLUS: fondo epossidico tricomponente per fondi umidi, per ottenere l’effetto di barriera a vapore per valori di pressione idrostatica inversa di 250 kPa.
Approfondisci consultando la scheda tecnica.
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CONDIZIONI DI ESERCIZIO
Per una corretta progettazione del rivestimento a pavimento, i principali fattori da considerare sono:
La scheda di valutazione riassume e raccoglie tutto ciò che occorre attentamente valutare, al fine di proporre al Cliente una soluzione adeguata.