Sivit: storia innovazione e futuro dei pavimenti in resina
16 Dicembre 2024
I pavimenti in resina offrono il grande vantaggio di poter essere personalizzati per rispondere alle specifiche esigenze dell’ambiente di destinazione.
Ad esempio, attraverso specifici prodotti e procedimenti è possibile creare superfici statico-dissipative, in grado cioè di disperdere le cariche elettrostatiche che possono causare danni, anche irreparabili, alle apparecchiature elettroniche.
Nell’articolo che segue vedremo, con l’aiuto di due case history tratte dal portfolio Sivit, come i pavimenti in resina rappresentino un elemento fondamentale per l’industria elettronica e per tutte le realtà a rischio ESD.
Come abbiamo scritto nel nostro articolo “Tutto quello che devi sapere sui pavimenti industriali in resina” (link),i pavimenti in resina offrono numerosi vantaggi, tra cui l’elevata resistenza meccanica a carichi statici o dinamici, l’impermeabilità superficiale, la facilità di manutenzione, la possibilità di essere trattati per ottenere una superficie antiscivolo.
Ricordiamo poi che la resina è un materiale sicuro per l’uomo e per l’ambiente: si tratta infatti di un materiale inerte che, una volta indurito, non emette esalazioni nocive.
Le industrie che intendono rinnovare i locali aziendali, poi, trovano nella resina un ulteriore vantaggio: questo materiale, infatti, può essere posato direttamente sulla superficie esistente adeguatamente trattata, sia essa in cemento, ceramica, metallo, asfalto o vecchia resina.
Anche gli ambienti industriali a rischio ESD possono trarre vantaggio dalla posa di pavimenti in resina.
ESD è l’acronimo di “Electrostatic Discharge”, e indica le scariche elettrostatiche che si generano quando si trasferisce elettricità statica tra due oggetti, ad esempio per sfregamento.
Nel caso delle pavimentazioni, si può generare ESD quando si calpesta un pavimento realizzato in materiale sintetico o lo si percorre con carrelli con rotelle in plastica. Le scariche elettrostatiche possono essere causate anche dalla collocazione di materiali sintetici vicino ai componenti elettronici o da rapidi movimenti d’aria.
Pur non avvertite dagli operatori perché al di sotto della soglia della nostra sensibilità, queste piccole scariche possono causare vari danni: l’elettricità creata, infatti, non viene dissipata ma è immagazzinata, e si scarica immediatamente quando entra in contatto con oggetti elettronici.
Un singolo evento EDT non danneggia i componenti interni delle apparecchiature elettroniche. Tuttavia, eventi ripetuti ne causano la degradazione e accorciano significativamente la vita dei macchinari: si tratta di costi che si possono evitare con alcuni accorgimenti!
Tra questi, la posa di pavimenti in resina specificamente trattati per dissipare le cariche elettrostatiche generate durante i processi produttivi.
Tra gli ambienti maggiormente a rischio di scariche elettrostatiche ricordiamo le industrie elettroniche, i Centri Elaborazione Dati, le linee di montaggio, i magazzini di prodotti elettronici o infiammabili, i laboratori chimici e di diagnostica, le sale operatorie, le fabbriche di lavorazione della plastica, le aziende metalmeccaniche, le aziende di biotecnologie, le aziende alimentari, i zuccherifici.
I settori a rischio ESD richiedono quindi soluzioni in grado di limitare al massimo i possibili danni: per questo Sivit ha studiato una gamma di prodotti e cicli specifici pensati per proteggere i componenti elettronici dagli effetti delle scariche elettrostatiche.
I pavimenti in resina per ambienti ESD mantengono comunque elevate prestazioni meccaniche e chimiche, anche in presenza di risalita capillare di umidità dal terreno.
Anche le pavimentazioni in resina isolate dal punto di vista elettrico possono diventare statico-dissipative senza ricorrere a smantellamenti.
Industria elettronica + alluvione = disastro assicurato!
Nell’inverno del 2017 lo stabilimento produttivo di una nota azienda leader nel settore dell’elettronica ha subito ingenti danni a causa di un’alluvione.
L’acqua ha infatti rovinato in modo irreparabile il rivestimento resiliente statico dissipativo che copriva la pavimentazione di 2.000 metri quadri: è stato quindi necessario riqualificare completamente l’ambiente.
Prima di intraprendere la ristrutturazione, i tecnici Sivit hanno svolto un’attenta analisi in sei step:
1) Valutazione dei danni subiti dalla superficie resiliente statico-dissipative dalle piastrelle sottostanti.
2) Verifica della presenza e del corretto dimensionamento dei giunti superficiali.
3) Verifica della risalita d’umidità dal terreno per via capillare.
4) Valutazione dei carichi dinamici e statici, con particolare attenzione al tipo di ruote dei carrelli utilizzati nell’area produttiva.
5) Necessità di rendere antiscivolo la nuova superficie, sia in presenza che in assenza di acqua.
6) Progettazione dell’aspetto cromatico finale per creare il layout in due colori richiesto dal cliente.
La soluzione proposta: realizzare un rivestimento autolivellante epossidico colorato, traspirante per via capillare e resistente all’umidità di risalita. Per prima cosa, la vecchia superficie resiliente è stata rimossa completamente con una macchina stripper; le superfici ceramizzate sono poi state levigate.
In seguito abbiamo ripristinato le parti mancanti di pavimentazione e riattaccato le piastrelle distaccate con una malta resinosa senza solvente a rapidissimo indurimento.
Per proteggere gli strati successivi dalla risalita di umidità è stato applicato Superconduplast W (link a pagina prodotto), un formulato epossidico appositamente studiato per i fondi umidi e utilizzato come primo strato nella realizzazione di pavimenti statico-dissipativi
A seguire, abbiamo realizzato i punti di messa a terra per il drenaggio delle cariche elettrostatiche. Dopo l’indurimento del primo strato di Superconduplast W, abbiamo applicato a rasare un secondo strato di Superconduplast (link a pagina prodotto), formulato epossidico statico-dissipativo per fondi umidi.
Un’applicazione in duplice ripresa di Paviwater T68 (link a pagina prodotto), formulato epossidico in emulsione acquosa, è stata seguita dalla stesura di Conduplast W (link a pagina prodotto), formulato autolivellante statico-dissipativo.
Per completare il lavoro abbiamo steso a rullo un top coating colorato e statico-dissipativo composto da una ripresa di Smaltura ESD (link a pagina prodotto) e da una ripresa di Paviwater Antistatico (link a pagina prodotto).
Il lavoro è stato consegnato in dieci giorni, compresi i due di maturazione.
Dopo il reparto produttivo, il team Sivit ha affrontato la ristrutturazione del magazzino di 600 metri quadrati con pavimento in cemento, anch’esso gravemente danneggiato dall’alluvione.
Il supporto era ormai molto precario a causa della presenza di lesioni, pietre in calcestruzzo sfalsate, zone erose e forte risalita di umidità capillare.
La superficie in resina esistente è stata quindi irruvidita con utensili abrasivi e depolverata accuratamente con aspiratori industriali.
Abbiamo poi applicato un primer epossidico, Paviwater T68.
Le parti mancanti di pavimentazione e le piastrelle staccate sono state ripristinate applicando una malta resinosa senza solvente a rapidissimo indurimento.Per sanare tutte le lesioni abbiamo scelto Fluidepox Flex (link a pagina prodotto), un primer dotato di buona elasticità utilizzato per consolidare supporti in cemento danneggiati.
La realizzazione dei punti di messa a terra per drenare le cariche elettrostatiche è stata seguita dall’applicazione di Superconduplast W, formulato epossidico statico-dissipativo per fondi umidi, riapplicato a rasare una seconda volta a indurimento avvenuto.
Dopo l’applicazione a rullo del formulato epossidico Paviwater T68 è stato steso Conduplast W, formulato autolivellante statico-dissipativo.
Come nelle operazioni dirisanamento dello stabilimento produttivo, per concludere il lavoro e proteggere la superficie da graffi e abrasioni abbiamo steso una ripresa di Smaltura ESD e una ripresa di Paviwater Antistatico.
Il lavoro è stato eseguito in soli 7 giorni.
Gli interventi eseguiti nel reparto produttivo e nel magazzino rispondono alle normative vigenti in materia di pavimenti statico-dissipativi.
Come dimostrano le due case history, un pavimento in resina non è un semplice accessorio ma diventa un elemento chiave in grado di facilitare in modo significativo le attività lavorative delle realtà industriali.
Rispetto ai pavimenti realizzati in altri materiali, infatti, quelli in resina possono essere progettati in base alle prestazioni richieste e al tipo di supporto: come abbiamo visto, possono ad esempio offrire conducibilità elettrica e caratteristiche antiscivolo.
A prescindere dalle peculiarità di ogni progetto, rimangono sempre invariate le proprietà tipiche dei pavimenti in resina, cioè la resistenza meccanica, la superficie continua e la facilità di pulizia.
Anche dal punto di vista economico, la resina si configura come la scelta più competitiva rispetto ad altri materiali: i lavori di posa, infatti, si svolgono in tempi relativamente brevi, e non sono necessarie costose demolizioni né fermi produttivi.
Per avere maggiori informazioni sulle nostre soluzioni per l’industria elettronica o per richiedere un preventivo personalizzato, è possibile contattare Sivit al numero +39 011 2730033 o alla mail commerciale@sivit