L’uso di sistemi di rivestimento epossidico continua a espandersi per popolarità e per molteplicità di applicazione. Le resine epossidiche sono apprezzate per le forti proprietà adesive, la resistenza chimica e al calore.
Ma gli applicatori di rivestimenti devono comprendere i potenziali rischi dell’utilizzo di prodotti epossidici e saper come gestire e applicare in sicurezza questi sistemi. Sivit, si occupa di pavimenti industriali in resina dal 1974 e quale azienda con un alto grado di expertise nel settore, ha adottato negli anni le migliori soluzioni sia per il rispetto normativo che per la salvaguardia dei propri dipendenti.
Mentre i potenziali effetti sulla salute variano in base al tipo e alla durata dell’esposizione durante la posa, vi sono chiari passaggi precauzionali che gli applicatori possono e devono intraprendere per attenuare i rischi.
I sistemi epossidici possono essere utilizzati in modo totalmente sicuro, purché si tenga conto della ventilazione appropriata, delle idonee pratiche di lavoro, della corretta igiene e dei dispositivi di protezione individuale, oltre che del rispetto delle norme in tal senso.
I sistemi di resina epossidica sono miscele chimiche contenenti almeno due parti: la resina epossidica e un agente indurente. Le resine epossidiche più comuni sono gli eteri glicidilici degli alcoli, che rappresentano oltre il 75% delle resine epossidiche utilizzate nelle applicazioni industriali.
Invece, i più comuni agenti di polimerizzazione provengono da un’ampia classe di composti noti come ammine. Tra le ammine, gli agenti di polimerizzazione della poliammide e dell’ammina cicloalifatica possono essere meno pericolosi delle sostanze chimiche alifatiche più semplici.
Una volta induriti, questi prodotti chimici formano un materiale plastico duro e durevole noto come epossidico e diventano totalmente inerti. I sistemi possono contenere anche altri prodotti chimici, inclusi solventi, pigmenti e riempitivi a seconda dell’uso e delle necessità.
Bisogna poi differenziare tra prodotti monocomponenti e bicomponenti, che hanno grado di reazione diverso. I primi hanno già attivato la reazione in una prima fase di produzione, perciò arrivano alla fase di utilizzo già miscelati. Nei bicomponenti invece, i monomeri reagiscono quando vengono miscelati insieme. Qui trovi le specifiche per ogni formulato epossidico Sivit, sia monocomponente che bicomponente:
I potenziali rischi per la salute associati ai sistemi epossidici variano e possono contribuire a una sensibilizzazione alla resina epossidica. I tipi di esposizione comprendono irritazione della pelle e degli occhi, lievi reazioni allergiche, irritazioni del tratto respiratorio (naso, gola e polmoni) e reazioni respiratorie allergiche, sintomi simili all’asma o difficoltà respiratorie.
Questi problemi si verificano generalmente attraverso l’inalazione della resina epossidica o se la resina epossidica entra in contatto diretto con la pelle o gli occhi. L’esposizione prolungata o ripetuta può aumentare il rischio di lesioni o malattie dell’applicatore.
Il primo passo per risolvere qualsiasi problema di sicurezza è mantenere una costante ventilazione nel cantiere, rendendo l’aria il meno statica possibile. Riferimento che si trova spesso anche nelle etichette. Questo evita ai vapori chimici l’accumularsi nell’area di lavoro creando un ambiente potenzialmente tossico.
Come opzione complementare, la ventilazione forzata durante l’applicazione può anche aiutare a ridurre il livello di vapori chimici. Nello specifico, l’uso di ventole e finestre aperte può portare aria fresca nelle aree di lavoro. Ad esempio, una ventola di aspirazione portatile collegata a un tubo flessibile può essere efficace nel ridurre l’esposizione ai vapori di epossidico.
Gli applicatori devono sempre seguire le raccomandazioni del produttore sui tempi e modi di applicazione quando lavorano con rivestimenti ad alte prestazioni, in particolare con prodotti epossidici. Alcune raccomandazioni generali per la manipolazione, la miscelazione e l’applicazione dei sistemi epossidici sono: